Ultima modifica: 5 Novembre 2017

Boldrini e Fedeli presentano decalogo anti-bufale. Il progetto riguarderà 4,2 milioni di ragazzi

Un decalogo contro le bufale, una cassetta degli attrezzi per permettere alle ragazze e ai ragazzi di difendersi dalle false notizie che circolano in Rete. Lo hanno presentato oggi a Roma la Presidente della Camera, Laura Boldrini, e la Ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Valeria Fedeli, dopo l’accordo lanciato lo scorso maggio a Montecitorio fra la Camera dei deputati e il MIUR. L’iniziativa fa parte di un più ampio pacchetto di azioni che il Ministero sta mettendo in campo per la prima volta sul tema del controllo delle fonti e per l’educazione civica digitale.

Il decalogo (in allegato) punta a contrastare uno dei rischi più frequenti durante la navigazione in Internet: quello di incappare in notizie non verificate o false, la cui circolazione può creare rischi per la società o diventare pericolosa per le persone. Un fenomeno che si può battere solo dando alle nuove generazioni gli strumenti per risalire alla fonte delle notizie e distinguere le informazioni corrette da quelle scorrette. Di qui la cassetta degli attrezzi che il Miur proporrà alle scuole secondarie di I e II grado, per un totale di oltre 4,2 milioni di studenti, portando negli istituti scolastici l’iniziativa ‘Basta Bufale’.

Fra i partner del progetto ci sono la Rai, la Federazione degli editori (Fieg), Confindustria. Ma anche importanti attori della Rete come Facebook e Google, strategici per incidere sulla radice del problema: le piattaforme su cui circolano le cosiddette fake news.

Condividi solo notizie che hai verificato. Usa gli strumenti di Internet per verificare le notizie. Chiedi le fonti e le prove. Chiedi aiuto a una persona esperta o a un ente davvero competente. Sono alcuni degli otto punti presentati oggi a Roma. Otto perché i due mancanti saranno stilati direttamente da studentesse e studenti, attraverso uno strumento di scrittura cooperativa che il MIUR metterà a disposizione delle scuole sul proprio sito. Per le insegnanti e gli insegnanti è invece previsto un pacchetto di materiali didattici legati all’iniziativa. Per la diffusione del progetto è prevista una campagna di sensibilizzazione realizzata dagli studenti dello IED, Istituto europeo di design.

“Il fenomeno delle fake news ha radici strutturali e non va sottovalutato: danneggia la collettività e la qualità del dibattito pubblico, che è parte della qualità della democrazia. L’educazione delle nuove generazioni è la prima soluzione di lungo termine a questa questione”, ha sottolineato la Ministra Valeria Fedeli. “Fornire alle nostre giovani e ai nostri giovani conoscenze e competenze, strumenti e chiavi di lettura della realtà vuol dire porre le basi della loro cittadinanza, che vogliamo attiva e responsabile. Anche quella digitale. I giovani di oggi sono nativi digitali, ma non devono essere consumatori passivi di tecnologia, quanto piuttosto consumatori critici e produttori consapevoli di informazione e conoscenza. È un principio cardine anche del nostro Piano nazionale per la scuola digitale. Le nuove generazioni devono saper valutare l’informazione, riconoscere l’attendibilità delle fonti, comprendere dinamiche e regole che intervengono sulla circolazione e sul riuso di tutte le storie che vengono presentate come notizie. Devono rifiutare un linguaggio aggressivo, d’odio e avere rispetto dei diritti altrui dentro e fuori la Rete. Noi adulti, noi che componiamo la comunità educante, dobbiamo avere strumenti, conoscenze e competenze per sostenerli. La formazione e l’aggiornamento sono indispensabili. Come Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca siamo impegnati sul fronte dell’educazione civica digitale attraverso una serie di azioni eterogenee e complementari”.

“Sono convinta che la strada da intraprendere per proteggere i nostri ragazzi e le nostre ragazze – e non solo loro – dalle insidie di un uso distorto del web sia la formazione. E dunque è a scuola che il tema va trattato. Le fake news non sono goliardate, ma un pericolo per la nostra società. Basti pensare a quelle sui vaccini, alle cure mediche improvvisate o alle truffe online”, ha dichiarato la Presidente Laura Boldrini. “La disinformazione inquina il dibattito democratico, alterando l’opinione pubblica e violando il diritto delle persone a una corretta informazione. Per questa ragione è necessario che le istituzioni intervengano e mettano in campo misure e politiche per un uso responsabile e consapevole del web. Vorrei che questo progetto consentisse ai nostri studenti di difendersi dalle false notizie attraverso un impegno attivo da parte loro. Mi piacerebbe che sviluppassero un maggiore senso critico e una cultura della verifica. Vorrei che diventassero dei veri e propri ‘cacciatori di bufale’, dei ‘detective del web’”.

Le azioni del Ministero sul fronte dell’educazione civica digitale e dell’educazione ad un uso corretto del web rientrano nelle indicazioni sul potenziamento dell’offerta formativa previste dalla legge 107 del 2015 (Buona Scuola). Nell’ambito del progetto “Generazioni Connesse” – www.generazioniconnesse.it,  attivato per promuovere un corretto uso della Rete e contrastare il cyberbullismo – il MIUR ha dedicato proprio al tema delle cosiddette fake news un personaggio della campagna in corso sui “Super Errori” del web che identificano gli errori più comuni compiuti dalle e dai ragazzi in Rete. Il 27 ottobre scorso, presentando il Piano nazionale per l’educazione al rispetto, sono state diffuse le Linee guida per la prevenzione e il contrasto del cyberbullismo. Grazie ad un accordo con la Camera dei Deputati nelle scuole è già stata inviata la Dichiarazione dei diritti in Internet, per promuovere una corretta educazione civica digitale. Sempre su questo fronte, il Ministero ha stipulato anche altri accordi-chiave come quello siglato il 18 ottobre con la Federazione Nazionale della Stampa Italiana a Roma che mette al centro la cultura dell’informazione e della correttezza delle fonti, in chiave anche di contrasto all’illegalità. Per offrire una risposta educativa sul tema del linguaggio dell’odio in Rete il Ministero ha invece rilanciato nelle scuole il Manifesto delle Parole Ostili (http://www.paroleostili.com/).

Miur.gov.it




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