Ultima modifica: 14 Febbraio 2018

Seminario su “Prevenzione Primaria e Secondaria del melanoma cutaneo”

Venerdì 9/2/2018, le classi del Corso Operatore del Benessere dell’I.P.A.A. “Santo Asero”, nell’Aula Magna dell’istituto, hanno incontrato il dott. Marcello Stella, specialista in chirurgia estetica, plastica e ricostruttiva, che ha tenuto un seminario sulla Prevenzione Primaria e Secondaria del melanoma cutaneo, una delle più letali forme di tumore maligno. L’incontro, organizzato dalla prof.ssa Tania Fiorito, responsabile del Corso Operatore del Benessere, con la mediazione del Comune di Paternò e in collaborazione con il Gruppo Rotariano Comunitario “Nutrizione e Salute” del Rotary Club “Catania Duomo – 150° distretto Sicilia Malta, è stato seguito con molta attenzione e partecipazione dagli alunni e dai docenti in orario. L’interesse suscitato – forse, superiore alle attese, perfino – è stato tale che non è escluso l’incontro possa essere proposto anche alle classi del corso Operatore Agricolo.

Il prof. Stella, la cui esposizione chiara ha coinvolto l’uditorio, prevalentemente composto da alunne che hanno al centro della propria formazione, come da ‘ragione sociale’, il benessere e l’estetica, correlati e quasi, sinonimi della cura del corpo, ha puntato, innanzi tutto, sull’incidenza del melanoma nella mortalità da cancro, una delle principali cause dei decessi nella società odierna. Il melanoma costituisce un formidabile killer perché, se non diagnosticato in tempo, per il suo carattere invasivo, diffonde nell’organismo neoplasie che danno poche possibilità di scampo. Basti pensare che, se esso raggiunge lo spessore sub-cutaneo di 0,75 millimetri, si estende attraverso la rete dei vasi sanguigni e prolifera in maniera tale da vanificare ogni cura o intervento chirurgico oltre questo assai ridotto limite.

Fonte di rischio è da considerare l’esposizione all’astro così benigno per la vita sul nostro pianeta: come ogni altra risorsa essenziale per le forme viventi e in particolare, per l’uomo, il sole va preso nelle giuste dosi, senza considerarlo con eccessiva familiarità in omaggio a mode che si rivelano peggio che deleterie, non solo sulle spiagge e durante i mesi estivi. I raggi ultravioletti, infatti, ammoniva il prof. Stella, invisibili e non rilevabili da sensori biologici che ne diano avviso, costituiscono un fattore di rischio anche quando emessi da una fonte artificiale, come le lampade e le cosiddette “docce abbronzanti.” L’esposizione ai raggi UV (ultravioletti), tanto più se al di fuori delle stagioni canoniche, danneggia il dna delle cellule, colpendo, specie nel caso di epidermidi chiare, proprio il gene che protegge il dna medesimo, provocando l’insorgenza del tumore.

Pertanto, indulgere alle prescrizioni della moda, come pure ricercare il sole da parte delle persone anziane e dei più giovani, in cui favorisce la sintesi della vitamina d, fondamentale nei processi di calcificazione delle ossa e della crescita, va fatto con le necessarie precauzioni. Il dott. Stella ha ricordato come nei Paesi anglosassoni sia ritenuta una misura difensiva per grandi e piccini il ricorso a magliette da indossare in spiaggia e nei luoghi assolati: magliette, beninteso, di fibre che non si limitano a filtrare, ma fanno da barriera ai raggi UV. Accanto alle magliette, il ricorso a occhiali e cappelli che proteggono nuca e viso appaiono frequentemente nel kit di protezione e ormai, in quello che si suole definire il look appropriato da balneazione. Il dott. Stella ha illustrato questa strategia di protezione, che si affianca al ricorso a creme protettive d’alto livello – peraltro, ancora costose, nel nostro Paese: molto economiche nei Paesi all’avanguardia nella prevenzione dal rischio di esporsi al melanoma –, attraverso un cartone animato diffuso nelle scuole australiane: e in cui le misure preventive sono sintetizzate in una filastrocca allitterante che recita come segue: slip, acronimo che sta per “metti la maglietta”; slop, acronimo per “metti la crema protettiva”; slap, che decreta imperativamente “metti il cappello”; seek, stai all’ombra; infine, slide, inforca gli occhiali.

Un analogo modo per memorizzare i criteri per tenere sotto controllo i nei, suscettibili di degenerare in melanomi, è stato compitato dal prof. Stella secondo l’abbecedario, così da veicolare regole altrettanto basilari: ABCDE, dove A significa asimmetria: i nei che non destano allarme, infatti, si presentano sempre simmetricamente; non così gli altri. B, che è l’iniziale di ‘bordi’, che devono sempre essere regolari, netti, non sfumati né tendenti a travalicare o a sfrangiare la linea che delimita i nei non sospetti, dalla forma ovoidale o tonda. C, che sta per colore: quando mutano colore o non sono monocromi, i nei lanciano un segnale d’allarme. D, come dimensione: al di là di misure standard, ogni variazione di grandezza o spessore deve essere considerata un elemento anomalo e potenzialmente, di rischio. E, come evoluzione, sottolinea la necessità di monitorare i nei in ogni fase in cui mostrino cambiamenti in ordine a forma, colore, dimensione.

Al termine della stimolante disamina del dott. Stella, i numerosi e pertinenti interventi di alunne e docenti hanno sottoposto il relatore a un fuoco di fila di questioni di carattere sia medico che, in senso lato, politico-legale, relativamente al ritardo con cui il nostro Paese sembra recepire istanze altrove tutelate da tempo dalla legislazione. Così, in Germania, maggior produttore al mondo di lampade UV e docce abbronzanti, questi sussidi e succedanei tecnologici della moderna cosmetica sono banditi al tutto; mentre nei Paesi anglosassoni la prevenzione dal rischio costituito dai raggi UV è a pieno titolo inserita nei programmi scolastici di educazione alla salute. Lo stesso principio di precauzione va applicato ai fornetti per le unghie: mentre le lampade LED, meno pervasive, sembrano avviate a sostituire le lampade UV ancora in uso.

In conclusione, l’incontro ha rappresentato un’opportunità non solo di corretta informazione, ma anche di educazione a una maggiore consapevolezza della tutela richiesta dalla nostra salute sul posto di lavoro così come nei luoghi e nelle occasioni di svago. Opportunità di cui, a giudicare dal livello quantitativo e dai contenuti delle domande posto da un uditorio così attento, le giovani del corso Operatore Del Benessere hanno saputo trarre il massimo profitto.




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