Parti uguali fra diseguali
La scuola è tornata al centro dell’attenzione e nel cuore dell’opinione pubblica. Giustamente viene vista come una possibilità di rinascita complessiva e di ripartenza per l’intera società . Dopo decenni di trascuratezza e di abbandono, sembra esserci una nuova consapevolezza della sua importanza.
Ma va, a mio avviso, segnalato un problema: non c’è stato un rinnovamento pedagogico e i metodi sono ancora molto basati sulla frontalità , sulla trasmissione di contenuti, su una visione della scuola basata semplicemente sull’ascolto degli insegnanti. Così non va.
In particolare, i sistemi di valutazione non hanno goduto di cambiamenti significativi. Si è rimasti ancora all’idea che i voti e i giudizi debbano essere conseguenti alla misurazione degli errori.
In altre parole, posta una determinata prova, su quella base vengono valutati gli errori degli alunni e da lì discende un giudizio.
Mi racconta Marta, insegnante di scuola primaria (seconda elementare): «Ho sempre fatto molta fatica a valutare i miei alunni, fino a quando ho capito che potevo fare diversamente. Me ne sono accorta una volta in cui un mio bambino, Giorgio, dopo aver sbagliato a scrivere la parola “acqua, vedendo che mi ero accigliata, mi ha detto: “Maestra, se mi aiuti la prossima volta lo scriverò meglioâ€.
Mi è sembrata quasi una supplica, come se cercasse di convincermi di dargli un’altra possibilità . Da quella volta non ho più sgridato un alunno per le sue mancanze». Questa semplice testimonianza ci ricorda che l’osservazione degli alunni e la loro valutazione non può basarsi sull’evidenziare sistematicamente gli errori – operazione che spesso mortifica, e addirittura blocca, l’adesione al processo di apprendimento scolastico -, ma sulla valutazione dei progressi.
Il passaggio che attende la scuola, allora, riguarda la capacità di rinnovare i metodi di valutazione; da quelli basati sul giudizio degli errori a metodi che valutano e valorizzano i progressi. Così è per ciascuno di noi che si aspetta sempre, nella vita e nelle relazioni, di essere incoraggiato per i suoi sforzi piuttosto che valutato per i suoi sbagli.
Tanto più, quindi, gli alunni che sperano che la scuola rappresenti un momento di crescita e di sviluppo delle loro risorse. Con nuovi metodi di valutazione evolutiva, la scuola potrà davvero rappresentare un punto di riferimento per la rinascita della convivialità tra le persone.
Occorre sempre considerare i punti di partenza di ogni alunno e da li verificare gradualmente le sue conquiste. Per evitare di fare – come diceva don Milani – «parti uguali fra diseguali».